Il quarto romanzo scritto da Ondaatje narra la storia di un'antropologa forense che negli anni Novanta, durante la guerra civile, ritorna nella sua terra natia, lo Sri Lanka, per indagare per conto delle Nazioni Unite su una serie di omicidi a sfondo politico avvenuti sull'isola. La donna vive un conflitto tra la sua oggettività scientifica, le pressioni politiche a cui viene sottoposta e le emozioni suscitate dal ritorno nel suo paese di origine. Anil ha una natura transculturale: è nata in Sri Lanka ma cresciuta all'estero, ha adottato un nome maschile, è “occidentalizzata”, è una scienziata e una portavoce delle Nazioni Unite. La sua figura rappresenta un ibrido di diverse culture, e trascende le nozioni convenzionali di identità, posizione sociale e genere.