Nell’opera A Map Is Not A Territory il concetto di mappa geografica, dispositivo scientifico e imparziale, tradizionalmente associato alla ricerca etnografica, viene manipolato e ripensato dall’artista per riflettere, attraverso associazioni e analogie inaspettate, sull’eredità del colonialismo, sui cambiamenti geopolitici e sui fenomeni di ibridazione culturale. L’opera si compone di due light box all’interno delle quali si sovrappongono su un fondo nero i contorni luminosi dei quattro continenti che, giustapposti a coppia, danno forma a cartografie inedite, in cui la distanza fisica e sociale tra “primi mondi” e “terzi mondi” è completamente annullata. La mappa disegnata da Fiamma Montezemolo è lo specchio di una geografia instabile, mutevole e variabile, ma che riflette la complessità degli incontri e delle relazioni del mondo globalizzato. L’uso di stampe radiografiche, che ricordano esteticamente la radiografia medica, è un invito, infatti, allo spettatore a vedere al di là della superficie delle cose, rendendoci consapevoli della realtà nascosta sotto la “carne”.