Corps étranger consiste in una sorta di viaggio all’interno del corpo di Mona Hatoum. Le immagini dell’interno del corpo sono ottenute mediante tecniche endoscopiche e proiettate sul pavimento all’interno di una struttura cilindrica con due aperture parallele. Il proiettore traccia una mappa ingrandita e particolareggiata della forma umana, passando dall’esterno, a partire dall’occhio e dalla pelle, fino all’interno, alle membrane e alle mucose. Il tutto è accompagnato dal ritmo amplificato del battito cardiaco e del respiro. Corpo étranger coinvolge e ingloba lo spettatore a un livello personale, fisico ma anche geografico: l’opera scaturisce infatti dall’esperienza da esula vissuta dall’artista, costretta a lasciare il Libano, durante la guerra civile, e vivere a Londra, sradicata dai suoi affetti. Percepito come elemento estraneo ed estraniante, il corpo così frammentato allude alla geografia multipla della biografia dell’artista e al senso di identità, percepita come instabile e dislocata.