Vesna va veloce

Opera audiovisiva - film
Casa di produzione
Vittorio Cecchi Gori, Rita Rusić
Paese di produzione
Italia
Anno
Durata
92m
Lingua
Italiano

Arrivata a Trieste con un pullman di connazionali (da una zona rurale della Cecoslovacchia), la giovane Vesna rimane volutamente in Italia privandosi della presenza della compaesana Marina in procinto di ripartire con il gruppo del suo Paese. Senza denaro accetta l'ospitalità di un assicuratore che rinuncia a possederla. Poi mangia in un ristorante senza pagare e, visti i prezzi in auge in Italia, pensa di prostituirsi. Decisa a raggiungere Rimini, Vesna accetta un passaggio in camion assistendo impassibile alla morte di uno slavo ubriaco in autostrada. Preso alloggio in un residence entra nel giro delle prostitute dell'Est. Ben presto, superando il disgusto per certi incontri, raggranella del denaro che nasconde dietro il bidé. Una sera l'abborda Antonio, un muratore interessato a lei, che la porta a cena in un locale di sinistra dove Vesna mangia e balla, per poi scomparire. Ma il racket l'ha notata e un protettore dell'Est le ruba il passaporto e l'accoltella. Antonio la soccorre, la fa curare clandestinamente per evitare il rimpatrio obbligatorio e la fa ristabilire. Grata per l'aiuto ricevuto, Vesna sembra conquistata dall'affetto del semplice uomo, ma quando costui pensa, vedendola parlare con una prostituta, che comunque tornerà al precedente lavoro, che in cuor suo non sa perdonarle, comincia a trattarla male. Lei cerca di conquistare la sua fiducia e l'accompagna ad un sopralluogo ad una diga in montagna. Qui i due vengono invitati ad una festa dall'imprenditore: Antonio beve ed è sempre più brusco. Vesna decide allora di andare a Milano e si avvia a piedi ma Antonio la segue con la macchina e la costringe a salirvi, che per un eccesso di velocità investe una mucca. Intervengono i carabinieri che sono costretti a portare la giovane a Firenze per farla rimpatriare. Vesna, approfittando della sosta dell'automobile presso una stazione di servizio, cerca di fuggire attraversando temerariamente l'autostrada.